L’irreale realtà è il titolo della mostra di fotografie realizzate o, meglio, “create”, dal fotografo belga Bart Herreman in esposizione nei saloni di Palazzo Ducale per il nuovo appuntamento massese con l’arte contemporanea.
Proposta dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione Quattro Coronati, la mostra è visitabile da sabato 20 gennaio (inaugurazione ore 17) fino al 4 marzo prossimo ed è stata presentata in conferenza stampa alla presenza dell’artista belga dal sindaco Alessandro Volpi, dall’assessore Mauro Fiori e dal curatore dell’allestimento Mauro Daniele Lucchesi.
Questo nuovo appuntamento al Ducale rientra in un ciclo di tre mostre battezzato “Viaggio Contromano” sulla comunicazione dell’arte contemporanea.
In esposizione una trentina di fotografie, alcune di grande formato, che descrivono il percorso creativo di un’artista, padrone delle tecniche di fotoshop, che usa la sua macchina, ma anche il telefonino, per cogliere alcuni particolari della realtà per re-inventarli e collocarli in un nuovo mondo, del tutto irreale e immaginifico.
Bart Herreman, fotografo belga trapiantato a Milano, non vuole definirsi un “surrealista” ma ha ben presente quello che è ed è stato il significato e il senso del manifesto surrealista: “Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere…il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione…”. Nelle sue foto traspare con forza la lezione dei “maestri” del surrealismo; nelle immagini sconnesse e connesse insieme, che dicono tutto e niente, insignificanti o piene di simboli, troviamo il geometrismo impazzito o ordinato di Mirò lasciando all’osservatore la facoltà di decidere cosa vedere (vedi l’opera “Ivo”); da Ernst l’intreccio delle immagini e delle situazione che spiazzano il pubblico che non riesce ad “uscire” da quella apparente illogicità (vedi l’opera “Mystic River”); da Magritte il piacere di giocare con le immagini combinando il reale con il fantastico (come nell’opera “Smoke” dove una giraffa solitaria con la testa tra le nuvole “visita” il salone dei ricevimenti della Venaria di Torino); da Dalì la straordinaria capacità ecclettica della “transformazione” delle immagini.
Bart Herreman, con le sue fotografie colme di straordinaria capacità realizzativa, ci svela il suo mondo immaginario fatto di convivenze impossibili, uomini sbigottiti e animali disinvolti, stimolando o, meglio, facendo riemergere dall’“io” di chi guarda l’irreale realtà, di stimolare l’immaginazione sopita, di imporre allo sguardo la rappresentazione di qualcosa che oltrepassa il reale, una sorta di viaggio infinito senza limiti di tempo e luoghi.
In ogni composizione c’è sempre qualcosa di sorprendente, di artificioso e nello stesso tempo di rivelatore. Ogni sua opera ha la capacità di rappresentare i sogni, le visioni e le fantasie di chi la osserva .
Di fronte alle opere di Bart Herreman la straordinaria capacità tecnica realizzativa passa in secondo piano rispetto al messaggio che l’artista ci vuole inviare, un modo di vivere, una “filosofia” che spinge atravalicare i nostri limiti, a perseguire obiettivi apparentemente irraggiungibili, a superare ostacoli apparentemente insormontabili.
La mostra si avvale anche della collaborazione con la Fondazione Terre Medicee di Seravezza e di IBagency e sarà aperta ad ingresso libero fino al 4 marzo da martedì a sabato dalle ore 16:00 alle 19:00.
Fonte: - D.L. Ufficio Stampa