Divieto di sperimentazione animale su cosmesi

Dall’11 marzo 2013 nei 27 Paesi dell’Unione europea è entrato in vigore il divieto di vendita dei prodotti cosmetici testati sugli animali. Nessuna deroga è concessa dal nuovo regolamento europeo che dopo un percorso ad ostacoli durato vent’anni è “legge”.

Le associazioni animaliste di tutta Europa parlano del giorno che cambierà l’industria della cosmesi mondiale ed europea in particolare visto che proprio quello europeo è il mercato più grande al mondo. Unico neo è il fatto che il divieto riguardi solo i nuovi prodotti ed ingredienti che entrano nel mercato, mentre per quelli precedenti non cambia nulla. Ma, a quanto pare, meglio di così non si poteva fare.

Nella guerra degli animalisti contro la vivisezione, questa costituisce un’importante battaglia vinta. Di proibire la vendita dei cosmetici sugli animali se ne parlava dal 1993 quando si mise mano per la prima volta alla Direttiva Ue Cosmetici. In teoria questo bando sarebbe dovuto entrare in vigore nel 1998, ma tra ritardi tecnici e bastoni nelle ruote messi dai produttori di creme e simili sono passati 15 anni. Nel dettaglio il nuovo regolamento Ue 1223/2009 prevede il divieto assoluto di vendita in tutti i 27 Paesi Ue (presto 28 con la Croazia) di tutti i prodotti cosmetici contenenti ingredienti testati su animali (proprio l’estensione a tutti gli ingredienti costituisce la principale novità) in tutte le parti del mondo e per ogni tipo di esame (tossicità per uso ripetuto, inclusi sensibilizzazione cutanea e cancerogenicità, tossicità riproduttiva e tossicocinetica).

Si perché fino ad ora anche l’acqua contenuta in un rossetto o shampoo veniva testata su animali come i conigli, con iniezioni cutanee od oculari e applicazioni forzate. Milioni di animali sacrificati dall’industria mondiale della cosmesi, talvolta obbligata addirittura per legge a simili test per assicurare la non nocività di un determinato prodotto. Insomma si chiude il capitolo più aberrante della vivisezione: del resto per rossetti e fondotinta non reggeva neanche la scusa della ricerca scientifica.

Data: 
Sabato, 27 Aprile, 2013 - 00:00
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