Gli splendidi saloni di Palazzo Ducale tornano ad ospitare l’arte contemporanea con la mostra “Urpflanze: la natura dell’idea” in esposizione dalle ore 18 di sabato 22 aprile fino al 21 maggio prossimo .
Curata da Alberto Mattia Martini e organizzata da Mauro Daniele Lucchesi dell'Associazione Quattro Coronati , la mostra è promossa dall'Amministrazione comunale che, dopo il successo del ciclo di esposizioni d’arte e scultura Oltre l'immagine e la mostra di video arte Enjoy Forgetting, torna a puntare sul linguaggio dell'arte contemporanea per caratterizzare le esposizioni massesi, attrarre visitatori e curiosi in città e sviluppare il “senso di appartenenza” alla medesima comunità .
Presentata in conferenza stampa dal Sindaco Alessandro Volpi, dal capo segreteria Mauro Fiori, dall’organizzatore Mauro Daniele Lucchesi alla presenza del curatore Alberto Mattia Martini e dell’artista ed espositrice Elisabeth Aro, nella collettiva Urpflanze: la natura dell’idea, l’arte contemporanea si confronta con Goethe.
In esposizione le opere di 19 artisti e tra questi veri e propri pezzi da novanta dell’arte internazionale come Emilio Isgrò ( Barcellona Pozza di Gotto, Messina 1937), uno dei più grandi artisti italiani contemporanei, Nanni Balestrini (Milano 1935), autore letterario e artista visivo, Yoko Ono ( Tokyo 1933), artista e musicista giapponese famosa anche per essere stata la moglie di John Lennon, Alberto Garutti ( Galbiate, Lecco 1948), artista e docente, nome di spicco nell’arte pubblica italiana; Piero Gilardi ( Torino, 1942) e Hidetoshi Nagasawa ( Tonei, Giappone 1940), scultore, designer e architetto. Accanto a loro artisti che si sono fatti conosce per la loro originalità e che hanno esposto nei più importanti musei e gallerie, sia in Italia che in Europa. Elisabeth Aro, artista argentina interessata al rapporto tra uomo e ambiente, il duo artistico Bertozzi & Casoni composto da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tassignano, Bologna 1957) e Stefano dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna 1961), che ritornano al Ducale con l’originalità delle loro sculture in ceramica, Felix Curto (Salamanca, Spagna 1967), Robert Gligorov (Kriva Palanca, Macedonia 1959), Lorenzo Mariani ( Milano, 1985) in arte L’Orma.
Poi ancora Agostino Arrivabene (Rivolta d’Adda, Cremona, 1967), Mariella Bettinischi ( Brescia 1948), lo scultore Gianni Caravaggio ( Rocca San Giovanni, Chieti 1968), Enzo Fiore ( Milano 1968), Ines Fontenla (Buenos Aires, Argentina), Giovanni Frangi ( Milano 1959), Federica Marangoni ( Padova, 1940) artista e designer autrice di installazioni con vetro e materiali in fibra e, infine, Eltjion Valle ( Albania, 1984).
Si tratta di artisti si confrontano sul concetto della metamorfosi, del divenire forma, della trasformazione. Un tema che prende spunto dai principi nodali degli studi di J. W. Goethe, espressi in prevalenza nel testo: “La metamorfosi delle piante” (1790) e riguardanti le riflessioni sul rapporto che l’uomo stabilisce con la natura, l’arte e la scienza. Goethe, durante i suoi studi botanici scopre che all’interno dell’infinita varietà e molteplicità della natura è presente un elemento unitario, primigenio; egli si convince che tutte le forme delle piante si possono far derivare da una pianta sola, una pianta originaria, la pianta primordiale, la Urpflanze appunto (così la chiama Goethe e da qui il titolo alla mostra), che consente di creare una sintesi tra il singolo e l’universo, tra il sensibile e l’ideale e premette di cogliere la legge interna al manifestarsi dei fenomeni.
"Gli artisti in mostra - spiega il curatore Alberto Mattia Martini - partono da tali presupposti, riflettendo sulla visione di Goethe quando vede il mondo come un’immensa totalità in cui il fisico e lo spirituale sono indistinguibili. All’interno del mondo avviene un perenne mutamento, che implica la molteplicità nell’unità; una sorta di metamorfosi continua del vivente, una continua trasformazione, che tuttavia, nel divenire, rimane sempre se stesso. Le opere in mostra indagano l’idea di arte intesa come Rivelazione, che emerge dalle origini dell’essere e unitamente alla scienza e alla natura divengano interpreti dei misteri dell’universo.”
La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta fino al 21 maggio ed è visitabile da giovedì a domenica in orario 16,30 - 19,30.
Fonte: D.L. Ufficio stampa